Questo blog nasce dal desiderio di sperimentare un nuovo modo di fare didattica utilizzando consapevolmente le risorse offerte dalle nuove tecnologie per progettare attività didattiche motivanti e coinvolgenti per gli alunni. La nostra scelta corrisponde alle esigenze di una società complessa e soprattutto agli stili di apprendimento dei nostri alunni, "nativi digitali" e "generazioni connesse".
giovedì 2 dicembre 2021
lunedì 15 novembre 2021
martedì 26 ottobre 2021
Commemorazione IV Novembre 2021
Il nostro intervento:
Classe III D
giovedì 7 ottobre 2021
Percorso tra Storia, Letteratura e Attualità
Eran
trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Me ne andavo al mattino a spigolare
Quando ho
visto una barca in mezzo al mare:
Era una
barca che andava a vapore,
E issava una
bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
È stata un
poco, e poi s’è ritornata;
S’è
ritornata, e qui è venuta a terra;
Sceser con
l’armi, e a noi non fecer guerra.
E son morti!
Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra,
Ma
s’inchinaron per baciar la terra:
Ad uno ad
uno li guardai nel viso;
Tutti aveano
una lagrima ed un sorriso:
Li disser
ladri usciti dalle tane,
Ma non
portaron via nemmeno un pane;
— Siam
venuti a morir pel nostro lido! —
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
Un giovin
camminava innanzi a loro;
Mi feci
ardita, e presol per la mano,
Gli chiesi:
— Dove vai, bel capitano?
Guardommi, e
mi rispose: — O mia sorella,
Vado a morir
per la mia Patria bella! —
Io mi sentii
tremare tutto il core,
Nè potei
dirgli: — V’aiuti il Signore! —
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare,
E dietro a
loro mi misi ad andare:
Due volte si
scontrar con li gendarmi,
E l’una e
l’altra li spogliar dell’armi:
Ma quando
fûr della Certosa ai muri,
S’udirono a
suonar trombe e tamburi;
E tra il
fumo e gli spari e le scintille
Piombaron
loro addosso più di mille.
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Eran trecento, e non voller fuggire;
Parean
tremila e vollero, morire:
Ma vollero
morir col ferro in mano,
E innanzi ad
essi correa sangue il piano.
Finchè
pugnar vid’io, per lor pregai;
Ma a un
tratto venni men, nè più guardai...
Io non
vedeva più fra mezzo a loro
Quegli occhi
azzurri e quei capelli d’oro!...
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Conosciamo Carlo Pisacane:
Riflessioni:
- A quale avvenimento storico del Risorgimento è dedicata la lirica?
- Chi è il protagonista della spedizione?
- Cerca informazioni sulla dinamica della spedizione
- Come terminò?
- Da quale punto di vista viene raccontata la vicenda?
- Chi è la spigolatrice?
- osserva il dipinto di Millet intitolato "Le spigolatrici". Come vengono rappresentate e cosa ci comunica il quadro?
- Osserva ora la statua commissionata dal Comune di Sapri ad un artista contemporaneo. Che figura di donna compare? come viene rappresentata?
- Questa statua ha suscitato molte polemiche: da una parte ci sono coloro che evidenziano il contrasto tra la figura rappresentata e il significato della lirica e criticano la figura femminile per l'aspetto estetico , dall'altra coloro i quali sostengono che l'arte non debba avere gabbie, rappresentando la libera creazione dell'artista. Tu da che parte stai? Motiva la tua risposta.
giovedì 30 settembre 2021
Essere anziani oggi
venerdì 11 giugno 2021
-La settimana prima organizzate la vostra tabella di marcia; scandite la giornata tra mattina e pomeriggio, preparate la vostra postazione. Che sia la vostra cameretta o un angolo del salone poco importa; ciò che conta è che sia un posto accogliente, luminoso e dove si possa rimanere concentrati. Vi conviene avere sotto mano tutto ciò di cui potreste avere bisogno, senza dovervi distrarre continuamente. Durante le ore di studio allontanate i distrattori, in primis i cellulari. Spegneteli o metteteli in un'altra stanza, in modo da rendere efficaci quelle ore ed avere anche tempo libero per riposare e stare con gli amici.
-Dedicate un paio d'ore al mattino e un paio di pomeriggio allo studio degli argomenti che avete inserito nel vostro elaborato; potreste scegliere di suddividere gli argomenti in gruppi più piccoli nei primi giorni e successivamente dedicarvi alla ricapitolazione generale.
-Curate molto l'aspetto della sicurezza nell'esposizione: mostrare di possedere padronanza dei contenuti è fondamentale, così come la scioltezza nel muovervi tra pc e pubblico. Immaginate di essere voi prof per un giorno e di dover impostare una lezione. Il vostro materiale è pronto; aprite il progetto e rivolgetevi ad un immaginario ascoltatore o coinvolgete i vostri amici o familiari che pazientemente faranno da comparse. Non trascurate la ripetizione anche quando vi sembrerà di essere pronti; l'unico modo per acquisire scioltezza nell'esposizione è l'esercizio continuo.
-Come abbiamo più volte detto in classe, preparatevi ad esporre il perché della scelta del vostro argomento o come avete realizzato quella certa mappa fatta da voi o come avete impostato un collegamento interdisciplinare o perché avete scelto di inserire una canzone o un video. Questi interventi dimostrano la vostra maturità e sono davvero importanti.
-E' molto importante, date le distanze imposte, che il vostro discorso sia udibile, quindi, sappiate che la scuola ha predisposto tutto per amplificare l'audio, ma da parte vostra dovete far sì che il tono della voce sia chiaro e forte.
-Anche il linguaggio corporeo è importante: alzarsi, sedersi, indicare un elemento particolare, indirizzare lo sguardo direttamente verso la persona a cui ci si rivolge o, al contrario tenere le mani in tasca, ciondolare sono gesti che parlano di voi, comunicano anche senza le parole, quindi pensateli con cura.
-Alternate delle fasi di riposo allo studio, serviranno a recuperare energie.
-La sera prima del colloquio preparate tutto ciò che vi serve, dagli abiti ai documenti (ricordate la dichiarazione da consegnare a scuola) e non fate tardi.
-Infine, vi voglio dire di non focalizzare la vostra attenzione sul voto, ma sull'obiettivo di affrontare questa prova con maturità. E' la prima di tante altre prove che nel corso degli anni sarete chiamati a svolgere e che vi proietterà in una nuova fase della vostra vita. Ricordate che non siete un numero, siete unici e speciali, avete doni ancora da scoprire e mille possibilità da concretizzare.
Ricordate la frase introduttiva del libro di Mazzariol "Avere l'infinito nel palmo di una mano..."? Ecco, questo concetto resti impresso nella vostra mente.
Vi aspettiamo, sicuri che farete un ottimo lavoro!🤩
domenica 30 maggio 2021
lunedì 10 maggio 2021
mercoledì 20 gennaio 2021
Gennaio, mese della Memoria: pietre d'inciampo, segnali che resistono
Siamo al Vomero, uno dei quartieri più noti e frequentati di Napoli, il quartiere dello shopping e delle passeggiate. Come in ogni angolo della città, a ben guardare si scorgono ovunque le tracce del passato, delle epoche antiche e della storia più recente. Ricordo di aver parcheggiato la macchina, di essere scesa fermandomi sul marciapiede e di essermi fermata a leggere per caso questo cartello commemorativo. In ricordo di Sergio De Simone, un bambino di soli 8 anni, costretto a vivere la più terribile delle tragedie. Le cugine Andra e Tatiana Bucci hanno raccontato la sua storia, che lascia sbalorditi per la sua drammaticità.
"Chi vuole incontrare la mamma faccia un passo avanti. Nonostante fossero stati avvertiti di non fare quel passo, per il piccolo Sergio il desiderio di riabbracciare la mamma fu più forte della paura. Fu portato in un altro campo, dove subì esperimenti scientifici, fino alla morte terribilmente incomprensibile."
Propaganda e consenso
Ricordare e comprendere: Come è potuto accadere? Perché tanta indifferenza? Da dove nasce il consenso? Per riconoscere che i semi dell'odio e del razzismo si nascondono anche dietro apparenze "normali". Giocattoli, fumetti, giornali, libri e quaderni: tutto può diventare strumento di propaganda per ottenere consenso. Anzi, risultano ancora più subdoli quando sembrano lontani anni luce e riguardano il mondo di bambini e ragazzi. Invece proprio il mondo della scuola ha una responsabilità enorme nel veicolare messaggi e valori. In questa attività si è cercato di ricostruire la vita all'interno di una classe degli anni del Fascismo e della guerra. La cattedra sopraelevata, i banchi, i simboli del potere...
Saranno analizzate le copertine dei libri ed il loro contenuto, i quaderni, i dettati. Si passerà, poi , ai fumetti, con vignette propagandiste e per concludere i giocattoli dell'epoca: soldatini, carri armati, aerei da guerra, bambole e bambolotti con divise di partito. La scuola, che dovrebbe sviluppare senso critico, ha il dovere di non abbassare mai la guardia per evitare quel controllo delle masse che ha reso possibili tanti eventi passati.
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domenica 17 gennaio 2021
San Martino
La nebbia a
gl'irti colli
piovigginando sale ,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
G. Carducci
Scritta nel 1883
e inserita nella raccolta Rime Nuove. È formata da quattro strofe, tutte
quartine di versi settenari. In essa il poeta parte dalla descrizione di un
paesaggio esterno naturale e attraverso il susseguirsi di vari quadretti
paesaggistici esprime in maniera implicita la sua visione del mondo e il
dissidio interiore che caratterizza il suo animo, in contrasto tra il
pessimismo di fondo e la percezione dell’inevitabile infelicità dell’uomo da
una parte e la ricerca di conforto e pace dall’ altra.
Questo contrasto appare evidente già dalla struttura della lirica, che si potrebbe definire a "chiasmo", poiché le quattro strofe sono collegate tra loro da un legame di significato. La prima e la quarta esprimono una visione cupa e negativa della vita attraverso immagini inquiete ed angosciose, la seconda e la terza, invece, esprimono il tentativo di esorcizzare questa sofferenza attraverso immagini gioiose e positive.
Già dal titolo della poesia "San Martino" si intuisce qualche indizio sul suo contenuto attraverso il riferimento al periodo della stagione autunnale, denominato popolarmente "estate di San Martino" nel mese di Novembre, periodo in cui la tradizione contadina fa concludere la vendemmia ed il mosto si trasforma in vino. Ma l'autunno è anche la stagione dei morti, della natura che si addormenta in attesa dell'inverno e sembra perdere la sua vitalità.
Strofa
I: nella prima strofa il poeta descrive un paesaggio naturale, che
ricorda quello della Maremma toscana, caratterizzato dalla presenza delle
colline da una parte e dal mare dall’ altra. Si tratta di un paesaggio
autunnale, contraddistinto dalla presenza della nebbia che, come una
pioggerellina sottile, sale verso le colline, avvolgendole in un alone cupo e
misterioso . L’aggettivo “irti”, riferito a colli, contribuisce a creare
un’atmosfera di tristezza e di abbandono e comunica un senso di morte, in
quanto i colli sono resi irti dai rami spogli e scheletriti degli alberi che
non hanno più foglie e sembrano privi di vita.
Poi
l’attenzione del poeta si sposta verso la costa, dove compare l’immagine di un
mare tempestoso, sferzato dai venti ( il maestrale è un vento freddo
proveniente da NE). I sensi più utilizzati in questa strofa sono la vista e
l’udito.
Il
mare subisce quasi una personificazione, compiendo un’azione tipica dell’uomo
distrutto dal dolore : “Urla” e questo termine, posizionato a inizio verso
viene messo in evidenza dal poeta ed esprime in maniera forte il sentimento di
dolore anche attraverso i suoni delle lettere "u" ed "r".
Strofa II: il paesaggio cambia nella seconda strofa, che inizia con la congiunzione avversativa “ma” che preannuncia un messaggio diverso da quello espresso precedentemente: non siamo più in un luogo completamente naturale, ma in borgo dove si avverte la presenza dell’uomo. Qui si respira un’aria diversa, che rallegra gli animi distogliendoli dal pensiero dell’infelicità dell’esistenza. Il poeta utilizza i sensi dell’udito e dell’olfatto per descrivere le strade del paese inondate dai suoni e dagli odori tipici della vendemmia ( l’uva che ribolle nei tini e l’odore dei vini che si diffonde tutt’intorno). il poeta sta ricercando dei modi per alleviare le sofferenze umane e li ritrova nel vino, secondo un topos della poesia classica. Basti pensare al poeta greco Alceo o al poeta latino Catullo, che invita il fanciullo a mescere il vino in abbondanza per cacciar via le tristezza dell’inverno grigio e freddo. In questa strofa ritroviamo l’allitterazione in "r", cioè la ripetizione frequente della consonante r, che contribuisce ad evocare il rumore prodotto dal vino nelle botti.
Strofa
III: anche nella strofa successiva il poeta continua a presentarci immagini
positive e confortanti, come quella del fuoco scoppiettante sui ceppi accesi.
Anche in questa strofa è presente un’ allitterazione, con la ripetizione delle
consonanti s e c. La strofa termina con l’immagine del cacciatore in piedi
sull’ uscio a fischiare e che continua nella strofa successiva con un’immagine
più fosca e triste.
La
poesia quindi ha un andamento circolare in quanto parte da un pensiero
negativo, poi lo supera attraverso immagini positive, infine la sofferenza
prende il sopravvento e la poesia si chiude ritornando all’ angoscia iniziale.
Di conseguenza il tentativo del poeta di trovare serenità e pace attraverso
valori ed immagini positive fallisce, lasciando posto alla sofferenza e al
dolore.
Come
in altre poesie carducciane, ritroviamo il dualismo luce- ombra, caldo-freddo,
vita- morte.
Rime:
il secondo e terzo verso di ogni strofa rimano tra loro con rime baciate; gli
ultimi versi di ogni strofa terminano con una parola sdrucciola e rimano tra
loro (mar- rallegrar- rimirar- migrar).
La
prima strofa termina con un segno di punteggiatura ( il punto e virgola) e
quindi costituisce una parte a sé stante; la seconda termina con un punto
fermo, la terza e la quarta sono legate da un enjambement( rimirar/tra le rossastre
nubi) e quindi sono collegate tra loro.