Questo blog nasce dal desiderio di sperimentare un nuovo modo di fare didattica utilizzando consapevolmente le risorse offerte dalle nuove tecnologie per progettare attività didattiche motivanti e coinvolgenti per gli alunni. La nostra scelta corrisponde alle esigenze di una società complessa e soprattutto agli stili di apprendimento dei nostri alunni, "nativi digitali" e "generazioni connesse".
mercoledì 28 dicembre 2022
mercoledì 7 dicembre 2022
martedì 13 settembre 2022
martedì 28 giugno 2022
Compiti per le vacanze
Classe I D
venerdì 17 giugno 2022
giovedì 9 giugno 2022
mercoledì 8 giugno 2022
Some things are better unsaid, it's easier to lie
Don't need a thousand guards to lock me in
It doesn't take a fool to start a fire
A solitary spark and wars begin
And that it will get easier with time
Nothing's only words
That's how hearts get hurt
I can't stop hearing all the words you said
I can't stop hearing all the words you said
I can't stop hearing words, that's how hearts get hurt
It makes it easy to leave if we're strangers by the end
Don't need a thousand guards to lock me in
It doesn't take a fool to start a fire
A solitary spark and wars begin
And that it will get easier with time
Nothing's only words
That's how hearts get hurt
I can't stop hearing all the words you said
I can't stop hearing all the words you said
I can't stop hearing words, that's how hearts get hurt
And that it will get easier with time
Nothing's only words
That's how hearts get hurt
It doesn't matter if they're also mine
Nothing's only words
That's how hearts get hurt
I can't stop hearing all the words you said
I can't stop hearing all the words you said
Let's stop using words, that's how hearts get hurt
martedì 26 aprile 2022
lunedì 11 aprile 2022
Storie nella Storia: frammenti di un passato da ricordare
La strage di Monte Carmignano- Caiazzo
Mentre gli Alleati stavano per oltrepassare il fiume, la sera del 13 ottobre un manipolo di soldati tedeschi, guidati dal giovane sottotenente Wolfgang Lehnigk-Emden, che occupavano una casa utilizzata come posto di comando sul Monte Carmignano, un colle che domina la valle del Volturno, uccisero gli abitanti di un casolare, che si erano rifugiati per sfuggire ai bombardamenti. Fu una strage. Furono annientati due interi nuclei familiari: quattro uomini, sette donne e undici bambini. Le vittime erano dei civili inermi, sospettati di aver lanciato segnali luminosi agli Alleati. I tedeschi li massacrarono con raffiche di mitra per poi straziarne i corpi. Il giorno dopo gli Americani superarono la linea difensiva tedesca sul Volturno e occuparono la cittadina di Caiazzo. Con loro arrivarono i corrispondenti di guerra americani che documentarono la terribile strage. William Stoneman, del Chicago Daily News, salì sul colle, alla periferia di Caiazzo, e dopo aver accertato che si era trattato di un massacro, iniziò a raccontare agli americani che alcuni tedeschi in ritirata verso il fronte di Cassino avevano ucciso donne e bambini, lasciando i corpi ammassati accanto al casolare dove si erano rifugiati. Nella sua lunga corrispondenza raccontò di aver trascorso la giornata più sofferta della sua vita collezionando le «peggiori esperienze che si possono fare in un’intera esistenza».
Tra loro c’era il tenente Wolfgang Lehnig-Enden, nato il 10 dicembre 1922 a Calau, vicino Cottbus. E rimasta una foto del tenente allora ventenne: un viso liscio da ragazzino, occhialetti di tartaruga. Dalle testimonianze dei subordinati sappiamo che non lo stimavano. Lo studente puntellava la sua vacillante autorità esibendo fanatismo. La compagnia si sentiva in terra nemica. L’8 settembre, 5 settimane prima, l’Italia aveva firmato l’armistizio con gli alleati. La popolazione civile veniva considerata un potenziale avversario, ed il 29esimo reggimento dei granatieri corrazzati si comportava di conseguenza.
I soldati gettano granate dentro casa, dalle finestre. Chi fugge all’aperto viene falciato dai mitra, o massacrato con le baionette e i calci dei fucili. Il granatiere Wilhelm May, nella sua dichiarazione agli americani aggiunge « Io ed un moi compagno ci dicemmo che avremmo dovuto ammazzare Lehnigk-Emden, perché quel che aveva fatto era una vergogna per l’esercito tedesco. I verbali sono redatti da Hans Habe, giornalista di origine austriaca rifugiatosi negli Usa e tornato in Europa con l’uniforme dell’Us Army. Habe interroga anche Lehnigk-Emden, che in un primo tempo ammette solo la fucilazione di quattro uomini, e mente sostenendo di aver avuto l’ordine di fucilarli dal comandante di compagnia Draschke (secondo gli altri prigionieri, a Lehnigk-Emden che sollecitava una rappresaglia Draschke rispose, « non voglio assumermi questa responsabilità », e subito dopo si allontanò per prendere contatto col comando del battaglione.
giovedì 31 marzo 2022
giovedì 24 marzo 2022
22 Marzo 2022-Gli alunni delle classi terze incontrano il giornalista Raffaele Sardo
Il valore della memoria è stato
il filo conduttore della serata, in cui gli alunni hanno potuto ascoltare la
storia di Don Peppe Diana dalla voce diretta di chi lo ha conosciuto e amato,
un testimone, un amico, un collaboratore, che ha condiviso con lui scelte
difficili in un territorio in cui anche pronunciare la parola “camorra” faceva
paura e veniva fatto sottovoce. Invece Don Peppe ha voluto gridarlo il suo NO,
sacrificandosi per il suo popolo, fino a rischiare e perdere la sua stessa vita. Ma proprio la
sua morte ha risvegliato le coscienze, facendo cadere finalmente quel muro di
omertà costruito in tanti anni di soprusi, violenze, minacce.
“Siamo stati tutti rapiti dalla
narrazione della vita di Don Diana- hanno detto gli alunni partecipanti- una
storia che ci ha fatto scoprire la sua giovinezza, la sua vocazione, l’impegno
al fianco dei giovani in un territorio difficile, soffermandosi sulla
pubblicazione della Lettera “Per amore del mio popolo…”, fino alla sua morte ed
all’eredità di valori che ci ha lasciato.”
La chiesa, con la sua sacralità,
è diventata un luogo di riflessione e di raccoglimento, per tutti i ragazzi che
sono rimasti assorti, con gli occhi fissi, lo sguardo attento di chi non vuole
perdersi neanche una parola di un racconto che ti prende nell’animo, ti entra
dentro e non ti lascia più. Lo stesso
silenzio faceva rumore, si percepiva la partecipazione e la commozione
generale.
Anche gli alunni hanno voluto dare
un piccolo contributo alla memoria, ricordando la figura di una vittima
innocente della camorra, Domenico Noviello, attraverso una lettura animata che
ripercorreva le tappe della sua storia raccontate dalla prospettiva delle due
figlie Mimma e Matilde. Essi hanno
ribadito che la memoria è uno strumento indispensabile per divulgare
valori di generazione in generazione e
che bisogna fare di tutto per evitare che si trasformi in pura esteriorità,
esibizione utile solo per le occasioni. La memoria è la radice del nostro
passato e la linfa del nostro futuro.
Molti i riferimenti
all’attualità, con interventi sulla giornata della Memoria e dell’Impegno che
ha appena visto impegnate a Napoli persone provenienti da tutta Italia, e su
un’emergenza cronica, quella della criminalità organizzata, che per forza di
cose, negli ultimi anni ha dovuto lasciare il posto ad altre emergenze
improvvise, quella epidemiologica e la più recente legata alla guerra in
Ucraina. Ma non bisogna abbassare la guardia, hanno ribadito tutti i
partecipanti, perché la camorra ha cambiato volto, sono diminuite le sue
manifestazioni più eclatanti, ma continua a serpeggiare in tutta Italia ed
anche a livello internazionale. Per questo ogni iniziativa volta a ricordare chi ha perso la vita per colpa delle mafie diventa
indispensabile per accrescere la voglia di cambiare, di essere insieme nella
lotta e riaffermare il valore della legalità.
mercoledì 16 marzo 2022
Insieme per la Pace- Corteo degli studenti contro la guerra
08 Marzo 2022 - Piazza degli Eroi, il cuore pulsante della nostra città, ha accolto gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Moro-Pascoli”, che si sono riuniti per inviare il loro messaggio al mondo intero, un messaggio di pace, unico vero bene per l’umanità intera. Alla manifestazione hanno partecipato tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado, gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola Primaria e i bambini di cinque anni della scuola dell’infanzia insieme ai loro docenti ed alla dirigente scolastica, la dottoressa Teresa Luongo. Insieme a loro le istituzioni cittadine, dal sindaco Giuseppe Vozza a Don Stefano Giaquinto, ai referenti delle associazioni operanti sul territorio.
I colori delle bandiere, i disegni
dei cartelloni e dei palloncini gialli e azzurri come la bandiera ucraina, il
risuonare dei canti hanno riempito la piazza di vita e di speranza.
Di fronte a quanto sta accadendo in
Ucraina, nella nostra Europa, ad un passo da noi, la scuola non può rimanere
indifferente, anzi diventa il luogo in cui ci si confronta e si cerca di
comprendere la complessità del presente, un luogo di condivisione di valori,
una palestra di cittadinanza e di democrazia. Oggi più che mai è nostro dovere riconoscere
che la pace va costruita con l’impegno ed il dialogo.
E’ stato un momento di condivisione profonda di pensieri, riflessioni, emozioni. Nel percorso si sono succeduti gli interventi degli alunni di ciascun plesso, a partire dai più piccoli, i bimbi della scuola dell’infanzia, che hanno intonato l’Inno d’Italia, ai loro compagni più grandi, con i loro messaggi di pace e solidarietà, anche con riferimenti alle figure di grandi promotori di pace, da Gandhi a Madre Teresa, ai poeti Brecht e Quasimodo, per citarne solo alcuni, intervallandoli con le canzoni contro la guerra.
Un momento particolarmente
significativo è stato l’intervento di Don Stefano Giaquinto, che ha portato una
testimonianza concreta di quanto sta avvenendo in Ucraina, facendo conoscere la
famiglia di rifugiati che da poco è
stata accolta nella nostra comunità.
La manifestazione si è conclusa con
un piccolo gesto simbolico, per esprimere vicinanza al popolo ucraino, facendo
volare i palloncini dei più piccoli nel cielo, sperando che possano superare
ogni barriera, ogni confine, per portare solidarietà ai nostri fratelli e
ricordare che il cielo di Caserta è lo stesso di Kiev e che non servono muri,
ma ponti tra gli uomini.