mercoledì 28 febbraio 2018

Giovanni Verga ( Parte 1)


Giovanni Verga, insieme a Luigi Capuana, è il rappresentante più importante del Verismo.
E' uno scrittore siciliano, nato nel 1840, quindi all'epoca della spedizione dei Mille aveva vent'anni e quindi fu testimone diretto degli avvenimenti politici dell'epoca.
Nato in una famiglia ricca, si iscrisse alla facoltà di legge, ma dopo poco capì la sua vera vocazione e decise di dedicarsi completamente alla scrittura. in seguito si trasferì a Milano, dove aveva più possibilità lavorative e scrisse molte novelle, che poi racchiuse in una raccolta intitolata "Novelle rusticane". già dal titolo possiamo capire che le novelle sono ambientate in un ambiente agricolo e pastorale; infatti i personaggi che compaiono maggiormente sono contadini e braccianti, persone che per sopravvivere devono lottare e che rappresentano uno spaccato della società italiana, meridionale in particolare, dell'epoca.
dopo l'esperienza delle novelle si cimenta nella scrittura di romanzi, con una struttura più ampia e articolata rispetto alla novella, e addirittura progetta di scrivere un intero ciclo di romanzi, intitolato "Ciclo dei Vinti". Il suo obiettivo era quello di rappresentare le condizioni dei più umili, dei diseredati, dei "Vinti" dalla vita in tutte le classi sociali, tanto da arrivare alla conclusione che i Vinti sono non soltanto i più poveri, il popolo più misero, ma anche tra le classi considerate privilegiate. 
scrive anche opere per il teatro. Muore nel 1922.


Nedda 

La sua prima novella "Verista" è intitolata "Nedda", dal nome della giovane protagonista, una ragazza di umili origini, costretta a lavorare nei campi, fianco a fianco con gli uomini, per potersi procurare il minimo per la sua sopravvivenza. Durante il lavoro conosce un ragazzo, Janu, poverissimo come lei; tra i due nasce un sentimento  e dal loro amore viene concepita una bambina.
Lui è molto povero e per migliorare le sue condizioni di vita decide di andare a lavorare fuori paese. Dopo la morte della madre malata, Nedda rimane sola e tra tante difficoltà nasce una bambina, che purtroppo muore subito dopo il parto.
In quest'opera ritroviamo tutte le caratteristiche del verismo, dalla scelta realistica, all'uso della scrittura per rappresentare la società contemporanea, la scelta di descrivere le classi sociali più basse della società e denunciarne le misere condizioni, il pessimismo, il linguaggio semplice e realistico che rispecchia la realtà  descritta.

I Malavoglia

Il capolavoro di Verga è intitolato "I Malavoglia", la storia di una famiglia di pescatori che vive tra Aci Trezza e Aci Castello, nella zona della Piana di Catania.
Il loro vero cognome era Toscano, ma erano conosciuti come i Malavoglia, un soprannome dato per contrasto con la loro indole laboriosa, essendosi sempre distinti per l'operosità, lavorando duro per il sostentamento della famiglia.
Essendo una famiglia patriarcale, il punto di riferimento era il nonno Padron N'Toni, il depositario di una saggezza antica, fatta di proverbi e detti, come quello che indicava la famiglia come una mano, dove "il dito grosso fa da dito grosso ed il dito piccolo fa da dito piccolo...". La loro casa aveva un nome, la Casa del nespolo, e la loro unica ricchezza era una barca, la Provvidenza, il loro unico bene.
La famiglia viveva in una sola casa. padron N'Toni, il figlio Bastianazzo, sposato con Maruzza la Longa, e i loro figli N'toni, Luce, mena, Alessi e Lia.
Volendo migliorare le loro condizioni di vita, intraprendono una nuova attività, il commercio dei lupini, ma, durante  una tempesta, muore Bastianazzo, l'unico adulto a poter lavorare, quindi viene a mancare la figura più importante della famiglia.
Nato da poco il Regno d'Italia, a causa della nuova legge sulla leva obbligatoria, prima N'toni, poi Luca devono partire per fare il militare. N'toni va a Napoli, dove conosce la ricchezza, il divertimento, il bel mondo, quindi, quando torna a casa, in Sicilia, non riesce più ad ambientarsi ed inizia a frequentare cattive compagnie. anche Luca parte per militare, ma la sua giovane vita viene stroncata in combattimento nella battaglia di Lissa. Oltre al piccolo Alessi, sono rimaste solo donne in famiglia; Mena, che riceve una proposta di matrimonio da compare Alfio, che vorrebbe portarla via con il suo asino ma lei non vuole lasciare la famiglia e rinuncia alla sua felicità. Muoiono, poi, Maruzza e il vecchio Padron N'toni, purtroppo non nel sul letto, come avrebbe voluto, ma in ospedale. Anche la piccola Lia finirà per perdersi, mentre il giovane Alessi, diventato grande, si sposerà e ricostruirà la Casa del nespolo.
Molti sono gli elementi veristi : L'ambientazione nell'età contemporanea all'autore, in un periodo storico vicino ( riferimenti storici precisi... leggi, leva, Lissa...ecc.). Anche il luogo della vicenda è geograficamente determinato ( Siamo in sicilia, in luoghi geograficamente esistenti). Inoltre l'autore decide di raccontare le storie degli umili ( in questo caso di pescatori), mentre fanno da sfondo tanti personaggi minori, che partecipano alle storie della famiglia. il linguaggio è semplice, comprensibile da tutti e rispecchia la parlata dialettale tipica della regione descritta; gli stessi nomi dei personaggi rimandano al contesto siciliano.
Il concetto di adattamento di darwiniana memoria viene qui utilizzato anche per descrivere la società: i tempi sono cambiati e bisogna adattarsi ai cambiamenti; anche i Malavoglia ci provano ma non riescono ad adattarsi ed avviene una selezione naturale, non riescono a sopravvivere. Emerge una visione pessimistica della realtà,  della vita come lotta e dell'inevitabilità dell'infelicità umana.