martedì 26 ottobre 2021

 Commemorazione IV Novembre 2021


I nostri lavori: Lapbook della Memoria storica



Il nostro intervento:

Matilda - Oggi vi voglio raccontare la storia di Johnny il seminatore. E’ tornato a casa, finalmente, dopo mesi di guerra, in un paese lontano, Laggiù.  Ricordo che partì volontario, pieno di buoni propositi, deciso a fare il suo dovere fino in fondo in nome della Patria e della Libertà. Aveva indossato la sua divisa e, fiero, camminava  sicuro di sé come chi fa sempre ciò che è giusto. 
Annachiara: Ma adesso il suo aspetto è diverso, soprattutto gli occhi, sempre velati di una leggera malinconia,  forse per qualcosa che è successo Laggiù. Non parla, sembra immerso nel suoi pensieri, ma oggi è qui perché  il bisogno di raccontare emerge con tutta la sua forza e diventa un fiume in piena. 
Daniele-Era la mia prima missione, quando arrivai era già notte; ero lontano da casa ed ero stanco del viaggio; mi sistemai sulla mia branda e  mi addormentai. Il mattino dopo qualcosa mi ha svegliato: un silenzio totale, assoluto, come non lo avevo mai avvertito prima. Per la prima volta ho visto questo paese, una pianura fatta di sassi e polvere e in lontananza montagne altissime e immense, tutto roccia e ghiaccio. Poi ho sentito un rumore, il rumore dei campanelli  di un gregge di pecore, e dei pastori alti, magri, barbuti, vestiti con quelle palandrane che si usano là. Sembravano molto poveri. Questo è il primo ricordo di Laggiù. Non ho visto neanche un nemico.
Matilda - Com’era la giornata di un soldato? Quali i compiti da assolvere?
Daniele: Ho compiuto 28 missioni nei primi due mesi, con la mia squadriglia di bombardieri. Volavo, seguivo la rotta  tracciata e quando giungevo al punto indicato dalle coordinate, premevo il pulsante e sganciavo le bombe.
Annachiara- Là sotto c’era qualcosa , un obiettivo, una fortezza, una postazione nemica?
-Non lo sapeva, volava molto in alto, vedeva montagne e pianure, ma il mondo gli sembrava indistinto. Missione compiuta-  diceva facendo rapporto al ritorno.
Matilda-E poi cos’è successo? Quando hai deciso di tornare a casa?
Daniele- Finché sganciavo le mie bombe su bersagli ignoti  non mi sono reso conto di nulla, ma poi ho capito… e ancora oggi ne soffro, non riesco a perdonarmi.
Un giorno mi hanno assegnato un nuovo compito, dovevo guidare un aereo piccolo, lento, panciuto. Nella pancia diecimila mine. Sapete che effetto fanno le mine?
Annachiara-Uccidono.
Matilda-Possono essere di tanti tipi.  Alcune uccidono, altre scoppiano, ma non uccidono. Le hanno studiate apposta. Quelle che se le calpesti ti tranciano le gambe, quelle che assomigliano a giocattoli e se i bambini le prendono in mano… addio…. Quelle che colpiscono gli occhi. Cosa ci può essere di più terribile per un bambino di piombare nel buio?
Daniele: Partivo ogni mattina, da solo. Non volavo più alto, ma basso e potevo vedere  i campi, le case, gli animali, le persone  che lavoravano, prendevano l’acqua al pozzo,  coltivavano i campi., andavano a far legna. Sono diventato un seminatore, facevo il mio dovere, seminavo mine.
Avevo ordini precisi: non seminarle a caso, ma attorno ai villaggi e alle case, ai corsi d’acqua e le strade, nei campi.
- Matilda: Ma la guerra si fa con i soldati , ed i soldati non arano i campi, non vanno a prendere l’acqua o a raccogliere legna o a giocare accanto ad un fiume. Non si fa guerra a donne, bambini, anziani, uomini inermi….
- Daniele: Inizialmente non avevo idea di ciò che stavo facendo, poi è successo.
- Annachiara: A cosa ti riferisci?
- Daniele :Mi ero recato in un paese dal nome impronunciabile  quando li vidi arrivare, sembravano fantasmi, pallidi e lenti, vestiti di bianco, ma no, non lo erano. Erano ragazzi, bambini. Arrancavano per quella strada fangosa, appoggiandosi a bastoni e stampelle, sorreggendosi a vicenda. Allora capii: quello era il raccolto della mia semina, le vittime delle mine che distribuivo ogni giorno.
- Annachiara: Come si sarà sentito allora?
- Per niente bene, se ne andò barcollando e non chiuse occhio. Il giorno dopo decise di ritornare a casa. Voglio essere un seminatore, disse, ma non di bombe. Vogli seminare vita, non morte. E’ tornato alla casa di suo padre e ha iniziato a coltivare la terra, sperando che dia dei buoni frutti. La guerra non è mai giusta e le sue conseguenze sono tragiche. 
- Matilda: Sapete dove si trova Laggiù?
- Laggiù può essere ovunque,  nel deserto dell’Africa e tra le montagne dell’Asia, si chiama Eritrea, Etiopia,  Iraq, Siria, Afghanistan, Somalia, Sudan… L’elenco è lunghissimo
- Nel nostro mondo ci sono tanti conflitti dimenticati, di cui nessuno parla e le cui vittime sono spesso civili, anche bambini, rimasti uccisi o mutilati , feriti nel corpo e nell’animo.
- Daniele: Qualcuno dice che alcune guerre sono giuste, ma io vi lascio una domanda: davvero le guerre sono giuste e necessarie? Io scelgo la pace, io scelgo la vita.

Classe III D


giovedì 7 ottobre 2021

 Percorso tra Storia, Letteratura e Attualità


Leggiamo la poesia di Luigi Mercantini “La spigolatrice di Sapri”

 

Eran trecento: eran giovani e forti:  

          E son morti!

 

     Me ne andavo al mattino a spigolare


Quando ho visto una barca in mezzo al mare:


Era una barca che andava a vapore,

E issava una bandiera tricolore.

All’isola di Ponza si è fermata,



È stata un poco, e poi s’è ritornata;

S’è ritornata, e qui è venuta a terra;

Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.

 





Eran trecento: eran giovani e forti: 

          E son morti!

 

Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra,

Ma s’inchinaron per baciar la terra: 

Ad uno ad uno li guardai nel viso;

Tutti aveano una lagrima ed un sorriso:

Li disser ladri usciti dalle tane,

Ma non portaron via nemmeno un pane;

E li sentii mandare un solo grido:

— Siam venuti a morir pel nostro lido! —

 

     Eran trecento: eran giovani e forti:

          E son morti!

 

     Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro

Un giovin camminava innanzi a loro;

Mi feci ardita, e presol per la mano,

Gli chiesi: — Dove vai, bel capitano?

Guardommi, e mi rispose: — O mia sorella,

Vado a morir per la mia Patria bella! —

Io mi sentii tremare tutto il core,

Nè potei dirgli: — V’aiuti il Signore! —

 

     Eran trecento: eran giovani e forti:

          E son morti!

 

     Quel giorno mi scordai di spigolare,


E dietro a loro mi misi ad andare:

Due volte si scontrar con li gendarmi,

E l’una e l’altra li spogliar dell’armi:

Ma quando fûr della Certosa ai muri,

S’udirono a suonar trombe e tamburi;

E tra il fumo e gli spari e le scintille

Piombaron loro addosso più di mille.

 

     Eran trecento: eran giovani e forti:

          E son morti!

 

     Eran trecento, e non voller fuggire;

Parean tremila e vollero, morire:

Ma vollero morir col ferro in mano,

E innanzi ad essi correa sangue il piano.

Finchè pugnar vid’io, per lor pregai;

Ma a un tratto venni men, nè più guardai...

Io non vedeva più fra mezzo a loro

Quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro!...

 

     Eran trecento: eran giovani e forti:

          E son morti!

Conosciamo Carlo Pisacane:






Riflessioni:
  • A quale avvenimento storico del Risorgimento è dedicata la lirica?
  • Chi è il protagonista della spedizione?
  • Cerca informazioni sulla dinamica della spedizione
  • Come terminò?
  • Da quale punto di vista viene raccontata la vicenda?
  • Chi è la spigolatrice?
  • osserva il dipinto di Millet intitolato "Le spigolatrici". Come vengono rappresentate e cosa ci comunica il quadro?
  • Osserva ora la statua commissionata dal Comune di Sapri ad un artista contemporaneo.  Che figura di donna compare? come viene rappresentata?
  • Questa statua ha suscitato molte polemiche: da una parte  ci sono coloro che evidenziano il contrasto tra la figura rappresentata e il significato della lirica e criticano la figura femminile per l'aspetto estetico , dall'altra coloro i quali sostengono che l'arte non debba avere gabbie, rappresentando la libera creazione dell'artista.  Tu da che parte stai? Motiva la tua risposta.


 

 

giovedì 30 settembre 2021

 Essere anziani oggi


Il cielo

Quando sono triste guardo il cielo:
nuvole che hanno l’aspetto di una famiglia,
nuvole simili alla cartina del Giappone.
Ci sono anche nuvole che si divertono ad inseguirsi.
Ma dove andranno tutte quante?
Al tramonto, le nuvole tinte di rosso,
di notte, le stelle del firmamento.
Anche tu devi trovare il tempo
di alzare lo sguardo al cielo!





venerdì 11 giugno 2021

Esami di Terza media: consigli pratici

Cari ragazzi, mancano solo pochi giorni al colloquio d'esame e  ho pensato di condividere con voi alcuni semplici consigli per affrontarli al meglio, con responsabilità e, allo stesso tempo, con  serenità. Questo è il primo vero esame della vostra vita e, come ogni cosa che non si conosce, naturalmente suscita un certo timore, quell'ansia che pian piano imparerete a gestire e controllare, sfruttandola solo in positivo per dare il meglio di voi.

-La settimana prima organizzate la vostra tabella di marcia; scandite la giornata tra mattina e pomeriggio, preparate la vostra postazione. Che sia la vostra cameretta o un angolo del salone poco importa; ciò che conta è che sia un posto accogliente, luminoso e dove si possa rimanere concentrati. Vi conviene avere sotto mano tutto ciò di cui potreste avere bisogno, senza dovervi distrarre continuamente. Durante le ore di studio allontanate i distrattori, in primis i  cellulari. Spegneteli o metteteli in un'altra stanza, in modo da rendere efficaci quelle ore ed avere anche tempo libero per riposare e stare con gli amici. 

-Dedicate un paio d'ore al mattino e un paio di pomeriggio allo studio degli argomenti che avete inserito nel vostro elaborato; potreste scegliere di suddividere gli argomenti in gruppi più piccoli  nei primi giorni e successivamente dedicarvi alla ricapitolazione generale.

-Curate molto l'aspetto della sicurezza nell'esposizione: mostrare di possedere padronanza dei contenuti è fondamentale, così come la scioltezza nel muovervi tra pc e pubblico. Immaginate di essere voi prof per un giorno e di dover impostare una lezione. Il vostro materiale è pronto; aprite il progetto e rivolgetevi ad un immaginario ascoltatore o coinvolgete i vostri amici o familiari che pazientemente faranno da comparse. Non trascurate la ripetizione anche quando vi sembrerà di essere pronti; l'unico modo per acquisire scioltezza nell'esposizione è l'esercizio continuo.

-Come abbiamo più volte detto in classe, preparatevi ad esporre il perché della scelta del vostro argomento o come avete realizzato quella certa mappa fatta da voi o come avete impostato un collegamento interdisciplinare o perché avete scelto di inserire una canzone o un video. Questi interventi dimostrano la vostra maturità e sono davvero importanti.

-E' molto importante, date le distanze imposte, che il vostro discorso sia udibile, quindi, sappiate che la scuola ha predisposto tutto per amplificare l'audio, ma da parte vostra dovete far sì che il tono della voce sia chiaro e forte.

-Anche il linguaggio corporeo è importante: alzarsi, sedersi, indicare un elemento particolare, indirizzare lo sguardo direttamente verso la persona a cui ci si rivolge o, al contrario tenere le mani in tasca, ciondolare  sono gesti che parlano di voi, comunicano anche senza le parole, quindi pensateli con cura.

-Alternate delle fasi di riposo allo studio, serviranno a recuperare energie. 

-La sera prima del colloquio preparate tutto ciò che vi serve, dagli abiti ai documenti (ricordate la dichiarazione da consegnare a scuola) e non fate tardi. 

-Infine, vi voglio dire di non focalizzare la vostra attenzione sul voto, ma sull'obiettivo di affrontare questa prova con maturità. E' la prima di tante altre prove  che nel corso degli anni sarete chiamati a svolgere e che vi proietterà in una nuova fase della vostra vita.  Ricordate che non siete un numero, siete unici e speciali, avete doni ancora da scoprire e mille possibilità da concretizzare. 

Ricordate la frase introduttiva del libro di Mazzariol  "Avere l'infinito nel palmo di una mano..."? Ecco, questo concetto resti impresso nella vostra mente.

Vi aspettiamo, sicuri che farete un ottimo lavoro!🤩


domenica 7 febbraio 2021

domenica 31 gennaio 2021

mercoledì 20 gennaio 2021

 Gennaio, mese della Memoria: 
pietre d'inciampo, segnali che resistono

Siamo al Vomero, uno dei quartieri più noti e frequentati di Napoli, il quartiere dello shopping e delle passeggiate. Come in ogni angolo della città, a ben guardare si scorgono ovunque le tracce del passato, delle epoche antiche e della storia più recente. Ricordo di aver parcheggiato la macchina, di essere scesa fermandomi sul marciapiede e di essermi fermata  a leggere per caso questo cartello commemorativo. In ricordo di Sergio De Simone, un bambino di soli 8 anni, costretto a vivere la più terribile delle tragedie.
 Le cugine Andra e Tatiana Bucci hanno raccontato la sua storia, che lascia sbalorditi  per la sua drammaticità. 

"Chi vuole incontrare la mamma faccia un passo avanti. Nonostante fossero stati avvertiti di non fare quel passo, per il piccolo Sergio il desiderio di riabbracciare la mamma fu più forte della paura. Fu portato in un altro campo, dove subì esperimenti scientifici, fino alla morte terribilmente incomprensibile."

 Propaganda e consenso

Ricordare e comprendere: Come è potuto accadere? Perché  tanta indifferenza? Da dove nasce il consenso? Per riconoscere che i semi dell'odio e del razzismo si nascondono anche dietro apparenze "normali". Giocattoli, fumetti, giornali, libri e quaderni: tutto può diventare strumento di propaganda per ottenere consenso. Anzi, risultano ancora più subdoli quando sembrano lontani anni luce e riguardano il mondo di bambini e ragazzi. Invece proprio il mondo della scuola ha una responsabilità enorme nel veicolare messaggi e valori. In questa attività si è cercato di ricostruire la vita all'interno di una classe degli anni del Fascismo e della guerra. La cattedra sopraelevata, i banchi, i simboli del potere... 

Saranno analizzate le copertine dei libri ed il loro contenuto, i quaderni, i dettati. Si passerà, poi , ai fumetti, con vignette propagandiste e per concludere  i giocattoli dell'epoca: soldatini, carri armati, aerei da guerra, bambole e bambolotti con divise di partito. La scuola, che dovrebbe sviluppare senso critico, ha il dovere di non abbassare mai la guardia per evitare quel controllo delle masse che ha reso possibili tanti eventi passati.

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domenica 17 gennaio 2021

 

San Martino

La nebbia a gl'irti  colli
piovigginando sale ,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

                                                                G. Carducci

Scritta nel 1883 e inserita nella raccolta Rime Nuove. È formata da quattro strofe, tutte quartine di versi settenari. In essa il poeta parte dalla descrizione di un paesaggio esterno naturale e attraverso il susseguirsi di vari quadretti paesaggistici esprime in maniera implicita la sua visione del mondo e il dissidio interiore che caratterizza il suo animo, in contrasto tra il pessimismo di fondo e la percezione dell’inevitabile infelicità dell’uomo da una parte e la ricerca di conforto e pace dall’ altra.

Questo contrasto appare evidente già dalla struttura della lirica, che si potrebbe definire a "chiasmo", poiché le quattro strofe sono collegate tra loro da un legame di significato. La prima e la quarta esprimono una visione cupa e negativa della vita attraverso immagini inquiete ed angosciose, la seconda e la terza, invece, esprimono il tentativo di esorcizzare questa sofferenza attraverso immagini gioiose e positive.


Già dal titolo della poesia "San Martino" si intuisce qualche indizio sul suo contenuto attraverso il riferimento al periodo della stagione autunnale, denominato popolarmente "estate di San Martino" nel mese di Novembre, periodo in cui la tradizione contadina fa concludere la vendemmia ed il mosto si trasforma in vino. Ma l'autunno è anche la stagione dei morti, della natura che si addormenta in attesa dell'inverno e sembra perdere la sua vitalità.

Strofa I: nella prima strofa il poeta descrive un paesaggio naturale, che ricorda quello della Maremma toscana, caratterizzato dalla presenza delle colline da una parte e dal mare dall’ altra. Si tratta di un paesaggio autunnale, contraddistinto dalla presenza della nebbia che, come una pioggerellina sottile, sale verso le colline, avvolgendole in un alone cupo e misterioso . L’aggettivo “irti”, riferito a colli, contribuisce a creare un’atmosfera di tristezza e di abbandono e comunica un senso di morte, in quanto i colli sono resi irti dai rami spogli e scheletriti degli alberi che non hanno più foglie e sembrano privi di vita.

Poi l’attenzione del poeta si sposta verso la costa, dove compare l’immagine di un mare tempestoso, sferzato dai venti ( il maestrale è un vento freddo proveniente da NE). I sensi più utilizzati in questa strofa sono la vista e l’udito.

Il mare subisce quasi una personificazione, compiendo un’azione tipica dell’uomo distrutto dal dolore : “Urla” e questo termine, posizionato a inizio verso viene messo in evidenza dal poeta ed esprime in maniera forte il sentimento di dolore anche attraverso i suoni delle lettere "u" ed "r".

Strofa II: il paesaggio cambia nella seconda strofa, che inizia con la congiunzione avversativa “ma” che preannuncia un messaggio diverso da quello espresso precedentemente: non siamo più in un luogo completamente naturale, ma in borgo dove si avverte la presenza dell’uomo. Qui si respira un’aria diversa, che rallegra gli animi distogliendoli dal pensiero dell’infelicità dell’esistenza. Il poeta utilizza i sensi dell’udito e dell’olfatto per descrivere le strade del paese inondate dai suoni e dagli odori tipici della vendemmia ( l’uva che ribolle nei tini e l’odore dei vini che si diffonde tutt’intorno). il poeta sta ricercando dei modi per alleviare le sofferenze umane e li ritrova nel vino, secondo un topos della poesia classica. Basti pensare al poeta greco Alceo o al poeta latino Catullo, che invita il fanciullo a mescere il vino in abbondanza per cacciar via le tristezza dell’inverno grigio e freddo. In questa strofa ritroviamo l’allitterazione in "r", cioè la ripetizione frequente della consonante r, che contribuisce ad evocare il rumore prodotto dal vino nelle botti.

Strofa III: anche nella strofa successiva il poeta continua a presentarci immagini positive e confortanti, come quella del fuoco scoppiettante sui ceppi accesi. Anche in questa strofa è presente un’ allitterazione, con la ripetizione delle consonanti s e c. La strofa termina con l’immagine del cacciatore in piedi sull’ uscio a fischiare e che continua nella strofa successiva con un’immagine più fosca e triste.

Strofa IV: il cacciatore nominato alla fine della strofa precedente osserva il cielo rossastro sul far della sera; un cielo dove compaiono stormi di neri uccelli tra le nubi rossastre. Il poeta paragona gli uccelli migranti ai pensieri dolorosi che ritornano alla ribalta. Gli uccelli sono “neri”, , definiti con un aggettivo che fa pensare alla morte e crea un’atmosfera inquietante e hanno un valore simbolico spiegato successivamente attraverso la similitudine: rappresentano i pensieri tetri della sua mente.

La poesia quindi ha un andamento circolare in quanto parte da un pensiero negativo, poi lo supera attraverso immagini positive, infine la sofferenza prende il sopravvento e la poesia si chiude ritornando all’ angoscia iniziale. Di conseguenza il tentativo del poeta di trovare serenità e pace attraverso valori ed immagini positive fallisce, lasciando posto alla sofferenza e al dolore.

Come in altre poesie carducciane, ritroviamo il dualismo luce- ombra, caldo-freddo, vita- morte.

Rime: il secondo e terzo verso di ogni strofa rimano tra loro con rime baciate; gli ultimi versi di ogni strofa terminano con una parola sdrucciola e rimano tra loro (mar- rallegrar- rimirar- migrar).



La prima strofa termina con un segno di punteggiatura ( il punto e virgola) e quindi costituisce una parte a sé stante; la seconda termina con un punto fermo, la terza e la quarta sono legate da un enjambement( rimirar/tra le rossastre nubi) e quindi sono collegate tra loro.

                                                                      

venerdì 15 gennaio 2021

 La letteratura memorialistica

Buongiorno ragazzi, come vi ho promesso oggi a lezione, ho preparato per voi un lavoro dove poter ritrovare i concetti chiave di cui abbiamo parlato in live: Per ora ho inserito soltanto la parte relativa alla narrativa memorialistica e a Giuseppe Ungaretti, con un riferimento alla lirica "Veglia". Man mano che procederemo con lo studio di altri autori la pagina sarà aggiornata.

La letteratura memorialistica 

 Poesie e fumetti