giovedì 13 settembre 2018

Per non dimenticare




E' già trascorso un mese dal terribile crollo del Ponte Morandi a Genova, una giornata che ha distrutto di colpo la vita di tante persone, portandosi via anche tutte le nostre sicurezze.
 Per descrivere quello che è successo forse le parole sembrano essere poco appropriate, come se non riuscissero a comunicare appieno il dolore, la paura, la disperazione che una catastrofe così immane porta con sé. Eppure le parole non sono mai troppe per ricordare quello che è successo e prevenire, evitare che avvenimenti del genere si possano ripetere ancora, combattere l'abbandono, l'incuria e diffondere la cultura della sicurezza, del senso di responsabilità e la partecipazione civile.







Per questo  ho deciso di usare le parole che gli stessi genovesi hanno scritto l'indomani della tragedia, affiggendo dei foglietti nelle strade adiacenti alla zona dove si stava ancora scavando alla ricerca di persone superstiti e delle vittime.  
                                                     
"I primi raggi di sole che spuntano tra le nuvole bruciano terribilmente. Bruciano sul vuoto che è rimasto nel cuore di ognuno di noi. Noi che attraversiamo quel ponte due, tre, quattro volte al giorno. Noi, che in macchina su quel ponte abbiamo cantato, ballato, riso fino a stare male, ci siamo baciati, abbiamo aspettato impazienti le code infinite del mattino; noi che da lì abbiamo iniziato vacanze, progettato sogni e partenze, sentito l'odore di casa al ritorno. Ora rimane solo un tonfo di 70 metri nel vuoto e le urla strozzate di chi non ce l'ha fatta. Rimane l'immagine costante di noi che abbiamo percorso quella strada centinaia, migliaia di volte. Rimane un giro di messaggi per sapere se tutti stanno bene, rimane lo shock, rimane nel silenzio il continuo rumore di ambulanze che sfrecciano in strada. Mentre la vita va avanti, perché deve andare avanti; mentre qualcuno nel mondo sta uscendo da lavoro, mentre i bar iniziano a dare gli aperitivi, mentre qualcuno ride, si sta innamorando, festeggia Ferragosto. La vita deve andare avanti.
Qui solo un timido sole che si fa spazio tra le nuvole, e fa male. Mio Dio, se fa male.

Non è crollato solo un ponte, Genova, siamo crollati tutti. Perché noi potremmo anche apparire rudi, chiusi e scontrosi, ma abbiamo una straordinaria capacità:  quella di riuscire a rialzarci tutti, in silenzio, e con le nostre mani.
Stai sicura che ce la farai, mia cara Genova: ce la faremo assieme anche questa volta.
Genova 14-8-2018
#unitipergenova

Adesso tocca a te scrivere sul tuo quaderno le riflessioni che, ad un mese di distanza dal crollo del ponte Morandi, hai elaborato. Ti fornisco alcuni spunti:
  1. La probabilità del verificarsi i eventi catastrofici per la vita dell'uomo.
  2. Differenza tra catastrofi naturali e dovute ad un errore umano
  3. Eventuali fattori che hanno contribuito a determinare il crollo
  4. Come sono cambiate le città, le strade e le attività umane negli ultimi decenni
  5. Come è cambiata la normativa per le costruzioni nel tempo
  6. Come si può attuare una seria prevenzione per evitare che incidenti del genere si verifichino ancora.
  7. Conosci altri avvenimenti di attualità che si sono verificati durante l'estate, facendo comprendere i rischi di determinati comportamenti per la salute e la sicurezza di tutti?