martedì 25 febbraio 2020

L'altro casalese Parte 2:

"Il dovere della denuncia"

Che faccia ha un camorrista, lo sai? Dimmi, tu lo sapresti riconoscere? Alto, basso, brutto e cattivo, con gli occhi truci e l’aspetto crudele. Un guappo con la coppola e la pistola, uno che a guardarlo incute paura.
Eppure quest’immagine classica solo in parte risponde alla fisionomia del moderno camorrista.  Ha un aspetto comune, una faccia normale, come quella del vicino di casa, sì, del tuo dirimpettaio che saluti ogni mattina e ti chiede gentilmente come stai. Non ci sono elementi tipici nell’ abbigliamento o dell’aspetto fisico che lo rendano riconoscibile tra la gente. Ma una cosa è rimasta invariata. La crudeltà che si cela dietro l’aspetto di persona comune, anzi, di persona perbene. Quella crudeltà di chi non  ha rispetto dei diritti e della dignità delle persone, e non si fa scrupoli a calpestarli pur di ottenere guadagni facili.
Come il pizzo.Sei un fornaio? Devi pagare.Hai un negozietto, un supermercato, un bar, un ristorante? O paghi o ti ritrovi da solo e senza più nulla.Stessa cosa per qualunque altra attività, comprese quelle illegali.
E se qualcuno sceglie la strada della denuncia? Sai cosa direbbero gli altri? Ma che cosa ha fatto? Non poteva farsi i fatti suoi?! Sempre padri di famiglia sono…  si sceglie la strada dell’omertà.
-       - Fratello, noi veniamo e ti facciamo un bel regalo. Lo Stato non è in grado di tutelarti dai furti, non ti garantisce protezione? Allora ci pensiamo noi che abbiamo  mezzi e uomini a disposizione.
-        -Siamo i benefattori, i protettori dei commercianti. Tu però devi dare ogni mese una somma di denaro. Che sarà mai in cambio di tanto servizio…
-        -E se non accetto?
-    -Cerca di capire, la vita è piena di pericoli, macchine che vanno a fuoco, minacce di morte, incidenti …
     Se decidi di denunciare diventi un problema, sei un pazzo., non sei buono, non hai capito    come funziona.
     Se fai il tuo dovere di cittadino e per questo hai paura, se ti senti in pericolo, ti devi armare.
    Temi che ti vengano a cercare, che possano colpire non solo te, ma anche i tuoi figli, gli affetti più cari.
    Allora ti compri una pistola per sentirti più tranquillo, ma è un’illusione.  Devi imparare ad usarla al poligono di tiro e sperare che il giorno in cui ti verranno a cercare non arrivi mai. Ma prima o poi arriverà quel giorno e ti chiederanno il conto. Ti senti come una piccola barca in balia delle onde, una barca senza motore, né remi né vele, in un mare pieno di pescecani pronti a divorarti. E tu non puoi fare altro che aspettare, assecondare l’onda e vincerla al momento giusto.

     Anche Mimmo lo sapeva che quel momento sarebbe arrivato, e come Ettore alle porte Scee era pronto ad affrontare il nemico che lo avrebbe sconfitto. Dopo è diventato un eroe. 
     Strana questa società che trasforma in eroi chi assume comportamenti che altrove, non in terra di camorra, sarebbero considerati normali. Ma non per questo sono eroi minori.

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