domenica 8 novembre 2020

 Giacomo Leopardi

Mappa concettuale


Le fasi del pensiero leopardiano

I concetti fondamentali della visione del mondo di Leopardi sono la felicità e l'infelicità.
Il poeta si chiede se, poiché l'uomo aspira naturalmente alla felicità, avrà mai la possibilità di raggiungerla o se rimane soltanto un ideale irraggiungibile. Il tempo, le esperienze personali, le riflessioni critiche portano il suo pensiero a subire continue evoluzioni, che chiameremo Fasi.
Secondo Leopardi il desiderio di raggiungere la felicità è sconfinato, mentre l'uomo è un essere materiale finito e limitato nel tempo, per cui quell'ideale appare irraggiungibile e determina il pessimismo leopardiano.
Durante la sua giovinezza si guarda intorno ed avverte un contrasto tra la sua vita e quella delle persone che lo circondano, per cui giunge alla conclusione che la sofferenza, l'infelicità che prova siano dovute al suo modo di essere, al suo carattere, alla sua continua indagine introspettiva, alle sue idee diverse dagli altri. vede i suoi coetanei felici, spensierati, mentre lui non partecipa a questa spensieratezza , si sente diverso dagli altri ed elabora una concezione pessimistica della realtà. (Pessimismo individuale)
Quando si sente tormentato trova conforto attraverso lo studio, i libri e nella natura; stare a contatto con l'ambiente naturale gli dona una sensazione di benessere, tanto da definire la Natura come una "Madre dolcissima" che ama le sue creature.
Passa il tempo ed il giovane Leopardi cresce, diventa adulto, completa la sua formazione ed anche il suo pensiero approda alla seconda fase, chiamata "Pessimismo storico": tutti gli uomini sono infelici per natura e l'aspettativa della felicità è più grande della felicità stessa.
Il poeta si domanda se l'infelicità riguardi solo l'uomo moderno o l'essere umano in tutte le epoche storiche e giunge alla conclusione che solo l'uomo moderno è infelice.
Un tempo, dice Leopardi, esisteva un'epoca , in cui gli uomini potevano essere felici, grazie alla forza dell'immaginazione ma nell'epoca moderna, caratterizzata dal dominio della scienza tutto è cambiato.
La visione materialistica della realtà ha dimostrato che tutto ciò che esiste è fatto di materia, costituita da atomi e molecole in continuo aggregarsi e disgregarsi e che nulla esiste oltre la materia stessa, nulla di metafisico, immateriale, come l'idea di Dio, dell'anima , di un mondo ultraterreno. Questa consapevolezza ha posto fine alle illusioni, alla fantasia, all'immaginazione, per questo l'uomo moderno non può più essere felice.
Inoltre la natura adesso non è più vista come una madre buona, ma come una matrigna, regolata da leggi fisiche immutabili che non tengono conto del destino dell'uomo.
Nell'ultima fase del pensiero leopardiano il pessimismo del poeta aumenta ancora di più, tanto da essere definito "Pessimismo cosmico", un'infelicità che riguarda non solo tutti gli uomini, ma tutte le creature viventi, tutti i luoghi della Terra e si manifesta in tutte le epoche storiche.
Uno dei simboli del pessimismo leopardiano è una piantina, la ginestra, che egli vedeva fiorire durante il suo soggiorno presso Antonio Ranieri a Napoli, presso le pendici del Vesuvio. Questa piantina cresce in un territorio arido ed inospitale, inadatto alla vita, ma nonostante tutto resiste, continua a vivere e a lottare. Questo è l'atteggiamento del poeta, che pur consapevole dell'infelicità non si arrende, ma affronta a testa alta il destino.



1 commento:

  1. Se posso permettermi, esprimo il mio personale punto di vista sul pessimismo leopardiano. Comprendo e giustifico la prima fase del pessimismo individuale molto comune durante la fase adolescenziale, ma, alla luce dell'attuale posizione scientifica, non condivido le conclusioni pessimistiche della seconda e terza fase. Ritengo che le cognizioni scientifiche dell'epoca abbiano avuto impatto distruttivo sulla sua personalità di uomo onesto e rispettoso, in armonia con i principi morali della chiesa cattolica. La sua convinzione che la scienza dimostrava la totale materialità dell'uomo privato, secondo lui, della spiritualità e quindi della possibilità di essere felice lo conduce alle conclusioni storiche e cosmiche. Quella convinzione derivava dal concetto che la parte spirituale o l'anima fosse notevolmente dominante sulla natura materiale umana e che quindi venendo meno il suo creatore ogni aspetto spirituale veniva cancellato. Questo suo atteggiamento culturale era molto diffuso nell'ottocento, quindi le conclusioni di Leopardi sono del tutto giustificabili, Darwin non aveva ancora pubblicato la sua teoria evoluzionistica ancora oggi non ben interpretata da molti. Oggi le conoscenze scientifiche sulla Genetica, Neuroscienza, Fisica delle particelle, Origine dell'Universo, interpretano l'uomo come un meraviglioso e complesso risultato dell'evoluzione della stessa materia di cui è fatto l'Universo. Guidato dall'unica forza cui la vita obbedisce: la Sopravvivenza, l'uomo costruito dal suo DNA obbedisce a due "motori" presenti nel suo cervello, cioè L'Istinto e la Ragione. Strettamente interdipendenti tra loro regolano i rapporti tra le emozioni, i sentimenti, la felicità, (istinto) e la razionalità (ragione) in modo che nessuna prevalga totalmente sull'altra, al fine di evitare danni da stress psicosomatici. Oggi l'uomo, quando non sarà più vessato da Dogmi, sudditanza politica, religiosa ed economica, potrà godere liberamente delle sue facoltà materiali e spirituali insite nel proprio cervello che lo rendono una perfetta macchina di sopravvivenza. Ringrazio dell'opportunità concessami per esprimere il mio personale parere.
    DOMENICO. email: dipilato_oft@libero.it

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