Pagine di letteratura: Giosuè Carducci
Quest'anno, in occasione del viaggio d'istruzione, che prevede il soggiorno nei luoghi dove visse il poeta vate d'Italia, approfondiremo non solo la vita dell'illustre poeta, ma anche le sue idee e la sua poetica, con particolare riferimento alle seguenti liriche:
- Pianto antico
- Traversando la maremma toscana
- Davanti a San Guido
- San Martino
Commento guidato:
- Titolo, autore, pubblicazione, raccolta poetica
- motivo ispiratore dell'opera
- divisione in sequenze:
- strofe 1-2 "Il melograno" strofe 3-4 "il dolore per la morte del figlio"
- analisi prima sequenza:descrizione ambiente esterno, aggettivi, rinascita albero, colori/ luce solare
- analisi seconda sequenza: analisi interiore, paragone tra l'albero e il poeta, aggettivi, contrasto luce/ ombra, calore/ freddo.
- struttura: strofe, versi, rime, figure retoriche ( metafore, allitterazioni, enjambements, anafore, chiasmo)
- messaggio del poeta.
San Martino
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale ,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
piovigginando sale ,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Scritta nel 1883 e inserita nella
raccolta Rime Nuove.
È formata da quattro strofe,
tutte quartine di versi settenari.
In essa il poeta parte dalla descrizione di un paesaggio
esterno naturale e attraverso il susseguirsi
di vari quadretti paesaggistici esprime in maniera implicita la sua visione del
mondo e il dissidio interiore che caratterizza il suo animo, in contrasto tra
il pessimismo di fondo e la percezione dell’inevitabile infelicità dell’uomo da
una parte e la ricerca di conforto e pace dall’ altra.
Questo contrasto appare evidente
già dalla struttura della lirica, che si potrebbe definire a "chiasmo", poiché le
quattro strofe sono collegate tra loro da un legame di significato. La prima e
la quarta esprimono una visione cupa e negativa della vita attraverso immagini
inquiete ed angosciose, la seconda e la terza, invece, esprimono il tentativo
di esorcizzare questa sofferenza attraverso immagini gioiose e positive.
Già dal titolo della poesia "San Martino"si intuisce qualche indizio sul suo contenuto attraverso il riferimento al periodo della stagione autunnale, denominato popolarmente "estate di San Martino" nel mese di Novembre, periodo in cui la tradizione contadina fa concludere la vendemmia ed il mosto si trasforma in vino. Ma l'autunno è anche la stagione dei morti, della natura che si addormenta in attesa dell'inverno e sembra perdere la sua vitalità.
Già dal titolo della poesia "San Martino"si intuisce qualche indizio sul suo contenuto attraverso il riferimento al periodo della stagione autunnale, denominato popolarmente "estate di San Martino" nel mese di Novembre, periodo in cui la tradizione contadina fa concludere la vendemmia ed il mosto si trasforma in vino. Ma l'autunno è anche la stagione dei morti, della natura che si addormenta in attesa dell'inverno e sembra perdere la sua vitalità.
Strofa I: nella prima strofa il poeta descrive un paesaggio naturale, che
ricorda quello della Maremma toscana, caratterizzato dalla presenza delle
colline da una parte e dal mare dall’ altra.
Si tratta di un paesaggio autunnale, contraddistinto dalla presenza della
nebbia che, come una pioggerellina sottile, sale verso le colline, avvolgendole in
un alone cupo e misterioso . L’aggettivo “irti”, riferito a colli, contribuisce
a creare un’atmosfera di tristezza e di
abbandono e comunica un senso di morte, in quanto i colli sono resi irti dai
rami spogli e scheletriti degli alberi che non hanno più foglie e sembrano
privi di vita.
Poi l’attenzione del poeta si
sposta verso la costa, dove compare l’immagine di un mare tempestoso, sferzato
dai venti ( il maestrale è un vento freddo proveniente da NE). I sensi più
utilizzati in questa strofa sono la vista e l’udito.
Il mare subisce quasi una
personificazione, compiendo un’azione tipica dell’uomo distrutto dal dolore : “Urla”
e questo termine, posizionato a inizio verso
viene messo in evidenza dal poeta ed esprime in maniera forte il sentimento di
dolore anche attraverso i suoni delle lettere "u" ed "r".
Strofa II: il paesaggio cambia nella
seconda strofa, che inizia con la congiunzione avversativa “ma” che preannuncia
un messaggio diverso da quello espresso precedentemente: non siamo più in un
luogo completamente naturale, ma in borgo dove si avverte la presenza dell’uomo.
Qui si respira un’aria diversa, che
rallegra gli animi distogliendoli dal pensiero dell’infelicità dell’esistenza. Il
poeta utilizza i sensi dell’udito e dell’olfatto
per descrivere le strade del paese inondate dai suoni e dagli odori tipici
della vendemmia ( l’uva che ribolle nei tini e l’odore dei vini che si diffonde
tutt’intorno). il poeta sta ricercando dei modi per alleviare le sofferenze
umane e li ritrova nel vino, secondo un topos della poesia classica. Basti pensare
al poeta greco Alceo o al poeta latino Catullo, che invita il fanciullo a
mescere il vino in abbondanza per
cacciar via le tristezza dell’inverno grigio e freddo. In questa strofa
ritroviamo l’allitterazione in "r", cioè la ripetizione frequente della consonante r, che contribuisce
ad evocare il rumore prodotto dal vino nelle botti.
Strofa III: anche nella strofa
successiva il poeta continua a presentarci immagini positive e confortanti,
come quella del fuoco scoppiettante sui
ceppi accesi. Anche in questa strofa è
presente un’ allitterazione, con la
ripetizione delle consonanti s e c. La strofa termina con l’immagine del
cacciatore in piedi sull’ uscio a
fischiare e che continua nella strofa successiva con un’immagine più fosca e
triste.
Strofa IV: il cacciatore nominato alla
fine della strofa precedente osserva il cielo rossastro sul far della sera; un
cielo dove compaiono stormi di neri uccelli tra le nubi rossastre. Il poeta
paragona gli uccelli migranti ai pensieri
dolorosi che ritornano alla ribalta. Gli uccelli sono “neri”, , definiti
con un aggettivo che fa pensare alla morte e crea un’atmosfera inquietante e
hanno un valore simbolico spiegato successivamente attraverso la
similitudine: rappresentano i pensieri
tetri della sua mente.
La poesia quindi
ha un andamento circolare in quanto parte da un pensiero negativo, poi lo
supera attraverso immagini positive, infine la sofferenza prende il sopravvento
e la poesia si chiude ritornando all’ angoscia iniziale. Di conseguenza il
tentativo del poeta di trovare serenità
e pace attraverso valori ed immagini positive fallisce, lasciando posto alla
sofferenza e al dolore.
Come in altre poesie carducciane,
ritroviamo il dualismo luce- ombra, caldo-freddo, vita- morte.
Rime: il secondo e terzo verso di
ogni strofa rimano tra loro con rime baciate;
gli ultimi versi di ogni strofa terminano con una parola sdrucciola e
rimano tra loro (mar- rallegrar- rimirar- migrar).
La prima strofa termina con un
segno di punteggiatura ( il punto e virgola) e quindi costituisce una parte a sé
stante; la seconda termina con un punto fermo, la terza e la quarta sono legate
da un enjambement( rimirar/tra le rossastre nubi) e quindi sono collegate tra
loro.
Vari altri enjambements ( versi 1-3-5-6-7-9-11-12-13)
Davanti a San Guido- concerto di poesia